"universo"

L’ UNIVERSO NASCOSTO IN PIENA LUCE

Giovanni Papini (1881-1956), poeta, narratore e saggista italiano era solito dire: “ L’ Arte è la scala che porta a Dio”. Dio Chi? Dio mistero del mondo? O Dio, questa bellissima Luce Bianca che pulsa continuamente, il cui pulsare irraggia vibrazioni ed energie di amore, gioia, vita e calore attraverso una spirale di colori visibili ed invisibili che pervadono tutto ciò che esiste in natura e nell’ universo? Diceva Sri Aurobindo, nato nel 1872 da una famiglia altolocata indiana, uno dei più grandi yogi e pensatori dell’ India: “Che cosa è la realtà fisica che viviamo giorno per giorno e nella quale crediamo? Semplice. Nient’ altro che una massa di luce stabile”. Ogni cosa in essere, decadendo e rigenerandosi eternamente, nasce e ritorna a questa Luce/Dio fatta a sua immagine e somiglianza, come recitano le Sacre Scritture a proposito della creazione dell’ Uomo, poiché composto delle sue stesse energie. Solo che l’ uomo, intrappolato in una visione antropomorfica e antropocentrica, ha interpretato questa somiglianza riferendosi al suo corpo fisico, mentre il riferimento era diretto alla nostra essenza divina. A volte si rimane sorpresi nel constatare come una artista, in quanto più intima espressione di questa luce/dio, acquisisce il potere di creare attraverso la propria immaginazione e la sua mente subconscia la realtà di nuovi mondi, riuscendo a fare un po’ da tramite o da collegamento tra l’ essere umano e ciò che c’ è di più alto in altre dimensioni. Tuttavia, quest’ ultima estensione della sua sensibilità potrebbe non essere tanto problematica quanto sembra, se la si guarda all’ insegna della luce dell’ arte. Osservando infatti il lavoro, le tinte, le sfumature cromatiche dei quadri (acquarelli su tela) di Thea Tini attraverso il gioco di luci e ombre, si avverte il profondo anelito che contrassegna tutti coloro che sono i vari “Marco Polo dello Spirito” e che si avvicendano in questo genere di avventura: un campo posto al di là dello spazio e del tempo e composto da una infinità multicromatica di vibrazioni. Vibrazioni, che l’ artista, il vero artista, percepisce sempre oscuramente nascoste in lui, e che tuttavia “sente” di dover porre in chiara luce, e che oggi trovano finalmente una spiegazione nella camaleontica abilità di trasformazione della materia, in relazione all’ apparente dualità particella/onda, teorizzata dalla fisica quantistica moderna. Per questo le opere di Thea Tini ci convincono una volta di più che la maggior parte degli esseri umani possiede uno schermo mentale che impedisce loro di vedere al di là del velo della materia (velo di Maya), ma che, quando si impara a scrutare oltre quel velo, così come ci aiuta a fare l’ artista con i suoi “tocchi organicistici ”, si scopre che tutto è costituito da diverse intensità di vibrazioni luminose, che tutto quello che nel mondo e nel cosmo sembra un Sahara ecologico, in realtà vive. Lo dimostra oggi il fenomeno della particella/evento (“mnemino”) o della particella/processo, realtà da sempre sostenuta dal misticismo orientale e che oggi nel mondo occidentale trova riscontro nel fatto che la materia, costituita interamente da vibrazioni intelligenti, come riconosce persino la stessa PNEI (la Psico.Neuro-Endocrino-Immunologia), è sottesa da un certo grado di “Coscienza”. Per millenni si è pensato invece che la materia solida fosse costituita da atomi come oggetti statici, e che gli atomi fossero i mattoni inerti dell’ Universo ed improvvisamente scopriamo, in virtù dell’ intuizione scientifica supportata dalla fisica quantistica e convalidata anche da quella artistica, che queste presunte unità di sostanza materiale sono invece particelle/processo, inserite in un flusso di corrente vitale, chiamata coscienza, un flusso che sale, ricade, si concentra e dissolve, eternamente, senza sostare o dimorare mai in alcuno dei suoi stati. Nihil sub sole novi. Da millenni questa conoscenza era già nota ai mistici orientali. Dice infatti D.T. Sutzuki:” I mistici orientali concepiscono l’ oggetto come un evento e non come una cosa o materia”. E chi allora meglio dell’ artista riesce oggi a sentire, a trasmettere nel profondo tutta questa gamma di convinzioni, emozioni, pensieri e sentimenti in divenire? E’ un dono della vita che oggi ci siano artisti che riescano a comunicare questa nuova percezione, a liberarci dalla nostra sonnambulesca abitudine alla frammentazione, a farci vivere un po’ più all’ interno di questo campo di coscienza energetico “condiviso”

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"43° 56' 11,77" Nord
Mondi da fare

Biennale d'Arte 2009
Padiglione della Repubblica di San Marino
Isola di San Servolo
Venezia (VE) - 07.06 - 22.11

(entanglement), in cui noi tutti siamo immersi in un processo di indissolubile simbiosi. Comprendere tutto sull’interezza della realtà, espressa nei quadri di Thea ci aiuta ad essere consapevoli dell’ arbitrarietà della mente di noi uomini nel tentare sempre di dividere, spezzare polverizzare, frammentare, parcellizzare la realtà unica, integra, incorrotta ed ininterrotta, che crediamo svilupparsi in un gigantesco, astronomico universo di “cocci”. Un dramma che ci abbaglia e che si riflette anche nelle nostre vite spezzate, incomunicanti e divise nel nostro modo di vivere la quotidianità. Guardando invece tutte le sfumature cromatiche dei quadri suoi si capisce come ogni colore “degradi” in continuità senza possibilità che esista una linea di demarcazione che lo divida e lo separi da un altro o lo imbrigli entro i confini di un limite. Dove il micro e il macro delle forme si fondono in una unica dimensione non-locale, che suscita nell’ osservatore una sensazione di infinito. E’ questa soprattutto la bellezza del messaggio contenuto nel suo lavoro. “La bellezza” - come diceva Feodor Dostoevkij – “salverà il mondo”. Lo salverà perché una delle cose più importanti che si impara dalla visione di questa serie di opere dell’autrice è che i magnifici campi energetici e luminosi, che in essa si riflettono, mostrano come tutte le cose della Natura e dell’ Universo siano fondamentalmente interconnesse e complete. Che l’ Universo in ogni sua “parte” è UNO. Che l’ Intero non è frantumato o disconnesso come noi crediamo in una miriade incommensurabile di pezzi isolati. Ma anzi ogni sua parte rispecchia l’ Intatto. Ciò perché per la fisica quantistica ogni “parte” di “qualcosa” contiene tutta quella cosa. E ciò si correla perfettamente alla visione olistica orientale, per la quale l’Esistente è un immenso, infinito OLOMERO (“Olos”=Tutto, “Meros”=parte”). Dove l’ Onda è l’ Oceano, e dove, essi sono reciprocamente entrambi. Scienza e Arte hanno sempre camminato insieme e di pari passo lungo questo percorso, anzi il più delle volte si è detto che le intuizioni dell’ Arte hanno preceduto le deduzioni della Scienza. Ma si tratta solo di trasposizioni di coscienza. Rimane il fatto che il giorno in cui nulla ci impedirà più di sperimentare l’ intensità della coscienza di essere tutti uno, di essere questa totale comunione (comun-unione) con l’ ambiente (ecosistema) e l’ Universo, gustando il piacere di questa indissolubile consanguineità che ci lega a tutte le cose, così come essa traspare da tutte le tele di Thea Tini, attraverso l’espressione ed il fascino delle sue costruzioni artistiche, noi ne sapremo di più circa la felicità che ci può procurare la percezione di questi campi energetici più sottili, frequenze univoche del colore, che sono la norma nella dimensione dell’ astrale, in quella sfera dell’ esistenza che si chiama “Amore”. Il massimo dell’ arte è esprimere la quiete attraverso il movimento. E’ identificare il cosmo interiore con l’Universo esteriore. E’ dare vita ad un universo “partecipativo”, dove osservatore ed osservato sono uno. E’ più ancora il darci una idea di quanto sia “identitaria” la connessione tra il quadro, l’ autore ed il suo osservatore, quando sono coinvolti nell’ evento e nell’ azione reciproca (Ologramma quantistico). E’ farci vivere l’esperienza dell’ Assoluto, trasmessa dall’ opera, in modo che si possa percorrerla tutta, rinunciando al finito per l’infinito con il cuore e con la mente aperta, come suggeriscono le bellissime immagini di Thea, in simboli molto simili alle meravigliose rime gemelle di William Blake:

“Vedere il mondo in un granello di sabbia E il cielo in un fiore di campo L’ infinito nel palmo della tua mano E l’ eternità in un’ ora”.

Non c’ è dubbio che quando l’ essere umano chiarisce a se stesso il senso di queste sublimi parole, egli illumina la Terra. E l’ arte di Thea Tini, arte che definirei quantisticamente “trasfigurativa”, rende molto bene questa idea: lo scorrere e fluire della matrice del mondo verso l’UNO, al punto da potersi considerare realmente, cosmicamente UNIversa, cioè molto vicina a questo esito.

Vittorio Marchi (fisico quantistico)